ESG come sintesi di sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti Ambientali, Sociali e di Legalità

L’acronimo ESG (Environment; Social; Governance) è entrato nel linguaggio degli investitori finanziari per allocare risorse su prodotti che oltre al rendimento finanziario, considerino la ecosostenibilità del business dei soggetti emittenti.

L’investimento sostenibile (Sustainable and Responsible Investment=SRI) mira a creare valore per l’investitore e la società nel suo complesso, attraverso una strategia orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo.

L’attenzione di Enti intergovernativi, Enti normativi e Commissione Europea si è incentrata dagli ultimi anni 90 sulla necessità di inquadrare in un contesto normativo condiviso, un’informativa non finanziaria dell’impresa sulla corporate governance dei soggetti emittenti per poter attestarne una strategia di business sostenibile nel fondamentale rispetto dei tre fattori ESG

L’evoluzione di questo percorso, trova una sintesi a livello europeo con  il regolamento UE 2020/852 che definisce per la prima volta una Tassonomia che individua 6 obiettivi ambientali (enviromental) e una serie di settori economici e attività che possono contribuire al raggiungimento di questi obiettivi  fissandone anche i primi parametri tecnici per farlo.

Dal lato dei diritti sociali (social) e dell’eticità della gestione (governance), la Tassonomia  accetta poi gli standards già emanati a livello mondiale da enti sovranazionali (ONU e OCSE) .

Altro  elemento di fondamentale importanza per capire  come trasferire  agli stakeholder finanziari  la pianificazione di una strategia aziendale sulla sostenbilità è rappresentato dall’approvazione  in sede di consiglio UE (28.11.2022) della direttiva CSRD   Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)  che detta le linee future sulla rendicontazione della sostenibilità per grandi aziende  con impatto anche sulla loro filiera di fornitura.

Il 26 febbraio 2025 la Commissione Europea ha presentato il primo Pacchetto Omnibus per semplificare il recepimento della CSRD da parte delle imprese.

Il primo intervento previsto dall’Omnibus I, c.d. “Stop the clock” è già stato approvato da Parlamento e Consiglio ed entrato in vigore il 17 aprile 2025 con la Direttiva (UE) 2025/794, che dovrà ora essere recepita dagli Stati membri entro il 31 dicembre 2025, modificando di conseguenza i decreti nazionali esistenti.

Prevede il posticipo di due anni dell’entrata in vigore degli obblighi, come segue:

  • per le grandi imprese: dal 2026 al 2028
  • per le PMI quotate: dal 2027 al 2029

Le  altre proposte sono in fase di approfondimento nelle commissioni parlamentari europee
https://www.assolombarda.it/servizi/credito-finanza-e-incentivi/informazioni/comunicazione-sulla-sostenibilita-nuove-regole

La regolamentazione bancaria e finanziaria Eba e BCE a garanzia del tentativo di svilimento normativo UE sulla trasparenza , veridicità ed attendibilità della rendicontazione di sostenibilità delle imprese.

Ma  il processo di semplificazione normativo non  cambia gli obiettivi di politica creditizia e finanziaria sulla  sostenibilità  in UE   e l’allocazione delle risorse finanziarie degli investitori ed enti creditizi

Ad oggi , nel contesto bancario-finanziario, la Tassonomia definita  con il  regolamento UE 852/20  per gli organismi finanziari  ad integrazione  dei regolamenti UE 2088/19 e 2089/19, guida la creazione di un modello  di valutazione dei rischi ESG sia a titolo di investimento finanziario  che di concessione del credito  ed è  la prima metrica applicativa che disciplina  la  lettura della sostenibilità per il mondo finanziario.

I criteri ESG  mantengono intatta lo loro rilevanza nelle politiche di investimento, nei processi di valutazione del merito creditizio e nella selezione dei partner lungo le catene di fornitura.

In particolare, le banche proseguono nell’integrazione degli standard ESG all’interno dei propri processi decisionali, con un focus crescente sulla valutazione dei rischi e sull’impatto che tali fattori esercitano sulla solidità finanziaria e sulle performance delle imprese.

Le nuove Linee Guida dell’EBA, che entreranno in vigore nel 2026 per gli istituti di maggiori dimensioni e nel 2027 per le banche minori e meno complesse, sanciscono l’inclusione formale dei rischi ESG nei criteri di valutazione del credito.

I rischi ambientali, sociali e di governance vengono considerati potenziali elementi trasversali in grado di influenzare tutte le principali categorie di rischio finanziario, inclusi il rischio di credito, operativo e reputazionale.

In questo modo il sistema bancario, coerentemente all’obiettivo di allocare gli impieghi efficientemente per i propri azionisti, accompagnerà gradualmente i processi di transizione ecologica di quelle imprese che si dimostreranno capaci di competere in un contesto in forte mutamento e caratterizzato da una forte attenzione alle emissioni di carbonio.

Il processo quindi procederà da un adeguamento delle politiche del credito verso i settori più appetibili, in  quanto capaci di restare sul mercato, e dalla capacità di misurare e prezzare il rischio climatico, con il forte contributo dei fondi europei a muoversi in tale direzione.

Pianificare una strategia di sviluppo sostenibile svincolandosi dagli obblighi normativi attivando politiche di marketing strategico

La stessa commissione  UE, con l’intento di non sminuire  la necessità di informazioni  sui rischi ESG  per gli stakeholders finanziari  ma contemporaneamente  ridurre gli oneri amministrativi e burocratici di applicazione del processo di  pianificazione, implementazione e rendicontazione   Esg  nelle aziende,  ha promosso attraverso l’organismo tecnico EFRAG  una rendicontazione  volontaria sulla sostenibilità  secondo lo standard VSME sviluppato dall’EFRAG.

Il VSME   si configura quindi come modello  di rendicontazione   a valenza  pubblica per  una informativa trasparente veritiera e  corretta in ambito ESG su un target vasto  di imprese, con una applicabilità che potrebbe ricomprendere le grandi imprese da 250 a a 1000 dipendenti  oggi potenzialmente escluse  dall’obbligo di rendicontazione dalle  proposte di modifiche  del pacchetto omnibus

In un quadro di riassetto delle politiche economiche internazionali , la dipendenza da fonti di energia fossile , soprattutto nei settori energivori, rappresenta un costo/rischio finanziario non più ignorabile per le marginalità del business.

#Piani diinvestimento per l’efficientamento energetico dei processi e l’incremento dell’utilizzo dell’energia pulita, rappresentano oggi la modalità più concreta per approcciare politiche di sostenibilità ambientale che concilino mitigazione del rischio finanziario interno e mitigazione degli impatti esterni verso l’ambiente e le persone con processi produttivi a minor impatto inquinante.

La stessa commissione  UE, con l’intento di non sminuire  la necessità di informazioni  sui rischi ESG  per gli stakeholders finanziari  ma contemporaneamente  ridurre gli oneri amministrativi e burocratici di applicazione del processo di  pianificazione, implementazione e rendicontazione Esg  nelle aziende, ha promosso attreverso l’organismo tecnico EFRAG  una rendicontazione  volontaria sulla sostenibilità  secondo lo standard VSME sviluppato dall’EFRAG che potrebbe essere oggetto di atto delegato per una applicazione più estesa  in relazione all’innalzamento delle  soglie dimensionali per l’applicazione dell’obbligo di rendicontazione per le grandi imprese secondo la CSRd (cfr  Pacchetto Omnibus).

Il VSME si configura quindi come modello  di rendicontazione a valenza pubblica per una informativa trasparente veritiera e corretta in ambito ESG su un target vasto di imprese con una applicabilità  che potrebbe ricomprendere le grandi imprese fino a 1000 dipendenti oggi escluse dall’obbligo di rendicontazione dalle proposte di modifiche del pacchetto omnibus

In un quadro di riassetto delle politiche economiche internazionali , la dipendenza da fonti di energia fossile, soprattutto nei settori energivori, rappresenta un costo/rischio finanziario non più ignorabile per le marginalità del business.

Piani di investimento per l’efficientamento energetico dei processi e l’incremento dell’utilizzo dell’energia pulita, rappresentano oggi  la modalità più concreta per approcciare  politiche di sostenibilità ambientale  che concilino mitigazione del rischio finanziario interno e mitigazione degli impatti esterni verso l’ambiente e le persone con processi produttivi a minor impatto inquinante.

Per questo  Esgrating  corporate finance ha ampliato i suoi servizi collaborazioni con soggetti esperti nel settore energia e innovazione tecnologica dei processi produttivi che possono che possono garantire soluzioni e competenze tecniche  di reale miglioramento delle performance sui consumi energetici di processo e prestazionali dello stabilimento produttivo .”

È solo con  l’implementazione di un sistema di pianificazione e controllo di gestione integrato i fattori di rischio e le opportunità ESG, che da ultimo, la redazione di un report di sostenibilità acquista un senso. Mettere collegamento con articolo su blog del sito https://www.esg-rating.it/fattore-e-decisivo-per-credito-e-finanza-agevolata-delle-pmi/

FATTORE E DECISIVO PER CREDITO E FINANZA AGEVOLATA DELLE PMI

FATTORE E DECISIVO PER CREDITO E FINANZA AGEVOLATA DELLE PMI

L’indirizzo di politica industriale UE verso strategie di sviluppo sostenibile delle imprese, sta trovando ormai una forte e concreta volontà attuativa nella nuove modalità di reperimento di risorse finanziarie regionali e nazionali pubbliche e nelle nuove regole di...